Seduta congiunta dei Consigli comunale e provinciale di Lucca

Lucca, Palazzo Ducale

5 settembre 2013

Signor Prefetto, signori consiglieri, signori assessori, autorità, signore e signori intervenuti,

apro ufficialmente i lavori di questa seduta congiunta del consiglio comunale e del consiglio provinciale di Lucca in celebrazione del 69° anniversario della Liberazione della città di Lucca, con un intervento condiviso con il presidente Palestini.

Ci piace sottolineare come l’iniziativa odierna sia da inserire in un percorso comune avviato da più di un anno dalle nostre assemblee elettive e dalle rispettive amministrazioni, tendente alla promozione della memoria storica riguardante gli avvenimenti che caratterizzarono, precedettero e seguirono il secondo conflitto mondiale.

In quest’ottica ci preme ricordare la visita istituzionale dello scorso febbraio alla Risiera di San Sabba, che fu un lager nazista, e alla foiba di Basovizza, e la celebrazione della seduta congiunta dei nostri Consigli presso il Real Collegio, che nel dopoguerra ospitò centinaia di profughi istriani, in occasione del Giorno del Ricordo.

Impegnarsi per la difesa della memoria non è un’operazione culturale fine a se stessa; la memoria collettiva, utilizzando le parole dello storico Jacques Le Goff, mira infatti a salvare il passato soprattutto per servire al presente e al futuro. E l’impegno delle nostre istituzioni su tali temi va proprio in questa direzione: cercare di commemorare e riscoprire gli avvenimenti che caratterizzarono il nostro passato, non solo per evitare che tali cadano nell’oblio, ma soprattutto per attualizzarne il significato a beneficio delle nuove generazioni.

La memoria collettiva è caratterizzata da fatti, personaggi, luoghi, monumenti e simboli da ricordare, celebrare e riscoprire. Le iniziative che abbiamo organizzato in questa giornata hanno voluto valorizzare gran parte di questi elementi al fine di commemorare nel modo migliore una delle date più importanti della nostra storia cittadina. La giornata è infatti iniziata con la deposizione di una corona presso il cippo commemorativo di Sorbano del Giudice, posto nel luogo nel quale i patrioti della formazione “Bonacchi” oltrepassarono combattendo lo schieramento tedesco per comunicare agli alleati che Lucca era stata liberata dalle forze di Resistenza, e chiedendo, pertanto, che la città non fosse bombardata.

Le iniziative odierne si inseriscono anche in un percorso commemorativo di coloro che ebbero l’onore, prima di noi, di amministrare le nostre istituzioni. E proprio perché la memoria collettiva si arricchisce anche dai segni lasciati a perpetua testimonianza degli avvenimenti storici che caratterizzarono una particolare epoca, come i monumenti, gli archivi e i musei, ci piace citare, in questa solenne occasione, le parole scolpite su una lapide che le autorità cittadine di allora affissero a una delle pareti dell’atrio di palazzo Santini, il 5 settembre del 1954, in occasione del decennale della Liberazione di Lucca:

Nel civico palazzo

Con le gloriose memorie della patria

Sia il pietoso ricordo

Di quanti durante una guerra invano deprecata

Caddero vittime di un infausto regime

E della associata violenza straniera

E il segno di memore riconoscenza

Per quei cittadini

Che nelle organizzazioni per la libertà

Mantennero pura la coscienza e salda la fede

A prezzo di ogni sacrificio

E della stessa vita

Oggi a distanza di anni i concetti che stanno dietro queste parole continuano a trasmettere un messaggio fondamentale, che consente a tutti noi di comprendere il valore del gesto compiuto dagli uomini e dalle donne che si contrapposero al regime nazi-fascista. In particolare nella sottolineatura del sacrificio affrontato da coloro che si impegnarono nella Resistenza, in nome della libertà e degli ideali dell’antifascismo, fino a mettere a repentaglio la propria vita. Diventare partigiani significava proprio questo, compiere una scelta di vita nella consapevolezza che veniva compiuta per una giusta causa, il cui raggiungimento da solo valeva il rischio di correre seri pericoli e di lasciare, forse per sempre, famiglie, studi, carriere professionali.

La seduta congiunta di oggi è particolarmente incentrata sulla figura di Carlo del Bianco e sugli studenti che insieme a lui condivisero proprio questa scelta. Ma vuole andare oltre, celebrando unitamente a Del Bianco e ai suoi studenti tutti coloro che contribuirono alla liberazione della nostra città e della nostra patria.

Nelle settimane scorse abbiamo ricordato il sacrificio di don Aldo Mei e l’eccidio della Certosa di Farneta dove persero la vita religiosi e civili. Il percorso del ricordo che il Consiglio comunale e il Consiglio provinciale proseguirà nel futuro sarà sicuramente caratterizzato dalla commemorazione di altri caduti civili, militari e religiosi. E già da adesso ci preme comunicare che siamo disponibili a raccogliere e valutare i suggerimenti di cittadini e di associazioni che intendessero collaborare con noi su queste tematiche.

Il presidente del Consiglio comunale

Matteo Garzella

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