Buonasera,

grazie a tutte le persone che hanno voluto prendere parte all’evento “1915-2015 Lucca ricorda”, realizzato dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca e dal Comune di Lucca.

Il 24 maggio non è una data come tante. Il 24 maggio di cento anni fa l’Italia faceva il proprio ingresso nella Grande Guerra. I giorni che precedettero l’intervento dell’Italia furono caratterizzati dalla contrapposizione tra neutralisti e interventisti. I primi si opponevano all’ingresso in guerra dell’Italia per l’adesione a sentimenti pacifisti, per generiche simpatie nei confronti degli imperi centrali e perché credevano che l’Italia potesse ottenere significativi compensi territoriali anche senza entrare in guerra. Tra gli interventisti vi erano coloro che vedevano nella guerra contro l’Austria la possibilità di compiere definitivamente l’unificazione nazionale conquistando le terre irredente di Trento e di Trieste, coloro che si dicevano solidali per il Belgio invaso, coloro che infine si ponevano a difesa dei principi liberali e civili i quali sarebbero trionfati con la vittoria della Francia e dell’Inghilterra.

Non è mia intenzione ripercorrere nei dettagli la storia dell’ingresso dell’Italia nella Grande Guerra, ma vorrei far rivivere il clima che anche nella nostra città si respirava in quei giorni di maggio 1915. Mi affiderò dunque alle parole che furono pronunciate nel Consiglio Comunale di Lucca in quei giorni.

C’è da premettere che nei mesi che seguirono lo scoppio della guerra il Governo Salandra, e soprattutto il ministro Sonnino, aveva tessuto una tela diplomatica volta ad avvicinare l’Italia alle potenze dell’Intesa. A tale iniziativa era contrario, fra gli altri, Giolitti che controllava ancora un buon numero di parlamentari. Lo scontro tra le due posizioni si accese ai primi di maggio del 1915 e il 13 maggio l’intero Governo dette le dimissioni, che però vennero respinte il 16 dal re Vittorio Emanuele III.

Il 19 maggio nel Consiglio Comunale tiene banco la notizia della riconferma dell’incarico a Salandra, che significava la convalida del percorso diplomatico che aveva avvicinato il nostro paese alle potenze dell’Intesa. Nei giorni precedenti il sindaco Massimo Del Carlo aveva espresso il suo compiacimento per la riconferma del Governo Salandra, inviando un telegramma allo stesso presidente del Consiglio dei Ministri. Bene, nella seduta consiliare del 19 maggio il consigliere Roberto Pieri chiede che tutta l’assemblea si associasse al gesto compiuto dal sindaco, esprimendo un «voto patriottico per i nuovi destini d’Italia». L’invito è raccolto dal consigliere Umberto Teghini il quale – cito l’estratto del verbale della seduta – afferma:

che con entusiasmo il Consiglio tutto si assocerà alla proposta del Consigliere Pieri nel cui animo vibrano in quest’istante i fremiti e i sentimenti del vecchio soldato. Il paese […] sta per addentrarsi nel più grande periodo storico della sua ricostituita esistenza, e gli italiani con fervida fede e salda unità di consensi ne seguono le sorti auspicandone la vittoria. Vada il nostro saluto augurale al Re che sulle orme gloriose dei suoi Avi sta per innalzare il vessillo della Patria su altre terre e su altri lidi di questa nostra Italia al di là del mare nostro; e vada pure un saluto ad augurio a S. E. Salandra che con ferma mano seppe in questo difficile momento della vita nazionale reggere il timone della nave dello Stato. Splenda sul glorioso avvenire d’Italia […] la fatidica stella che guidò i nostri padri nell’opera di redenzione.

La seduta consiliare, dopo applausi al discorso pronunciato dal consigliere Teghini, termina su proposta dell’assessore Luigi Trebiliani «per manifestare» – cito nuovamente il verbale della seduta – «in modo solenne l’adesione della Rappresentanza [del] Comune al plebiscito di favore e di patriottismo che erompe in un solo grido da ogni parte della Nazione».

Nei giorni seguenti, il 20 maggio la Camera conferisce al Governo poteri straordinari in caso di guerra, il 23 maggio l’Italia dichiara guerra all’Austria e il 24 maggio le truppe italiane varcano la linea del fronte. Nella seduta consiliare del 26 maggio l’ingresso dell’Italia nella Grande Guerra viene salutato con entusiasmo dal sindaco Del Carlo che pronuncia il seguente discorso:

In questo momento solenne per la Patria, in cui l’esercito e l’armata combattono vittoriosi per l’onore e la grandezza d’Italia, vada loro il nostro saluto augurale colla più fervida fede che nuove glorie e nuovi allori conquisteranno sulle nostre terre irredente, liberandole dall’odiato giogo straniero.

Questo è il modo in cui l’ingresso dell’Italia nella Grande Guerra venne accolto dalla massima assise cittadina. L’entusiasmo manifestato dei rappresentanti della città di Lucca in Consiglio Comunale era lo stesso che circolava nell’intera penisola. Un entusiasmo che però ben presto cedette il posto alla disillusione, quando cominciarono a giungere le notizie che descrivevano la durezza della vita dei soldati al fronte.

L’evento di stasera è stato pensato per ricordare quanti persero la vita sui campi di battaglia e soprattutto per esprimere la riconoscenza della città ai lucchesi che partirono per il fronte, alcuni dei quali – 816 per l’esattezza – caddero nelle operazioni militari.

La tragedia della guerra varrà indagata e raccontata attraverso i versi di un figlio di Lucca, soldato e poeta: Giuseppe Ungaretti. La testimonianza più viva e diretta del primo conflitto mondiale: i suoi versi, infatti, hanno fissato nella mente di generazioni di italiani, in maniera incisiva, a volte violenta, immagini concrete della vita di trincea, contribuendo a determinare uno specifico immaginario collettivo, ancora oggi patrimonio culturale del nostro paese. Lo spettacolo varrà condotto dal professor Umberto Sereni, al quale cederò subito la parola, che traccerà i vari punti del percorso poetico di Ungaretti, soffermandosi sull’analisi e sulla contestualizzazione dei componimenti nati sul fronte. L’attore Eros Pagni, invece, presterà la sua voce e la sua presenza scenica per interpretare, dare corpo e movimento, ai versi del poeta. La serata sarà poi arricchita dalla proiezione di un video curato da Antonio Nardone con la consulenza di Vittorio Biondi, mentre il coro della scuola primaria di Vallebuia, diretto da Carla Nolledi, eseguirà alcuni canti patriottici, affidando l’interpretazione ai suoi piccoli studenti. Mi preme sottolineare come l’apporto dato dai bambini a questo evento debba essere ritenuto di particolare importanza per non disperdere la memoria della Grande Guerra.

Buona serata a tutti.

Il Presidente del Consiglio Comunale

Matteo Garzella

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