La pubblicazione di questo libro rientra nell’ambito delle celebrazioni del 70° anniversario della Liberazione della città ed è stato promosso dal comitato comunale composto dal sottoscritto, dai vice presidenti del Consiglio comunale, dal Capo di gabinetto del sindaco e dal direttore dell’Istituto storico della Resistenza e dell’età contemporanea.

È nostro intento, promuovendo questo libro e le iniziative che seguiranno, come il sindaco ed io abbiamo voluto sottolineare nella prefazione, valorizzare la memoria collettiva – caratterizzata da eventi, personaggi, luoghi, monumenti e simboli da ricordare, celebrare e riscoprire – con l’obiettivo di salvare il passato soprattutto per servire al presente e al futuro. Commemorare e riscoprire gli avvenimenti che caratterizzarono il nostro passato, non serve solo per evitare che tali cadano nell’oblio, ma soprattutto per attualizzarne il significato a beneficio delle nuove generazioni.

Nei prossimi mesi cercheremo di celebrare al meglio questa importante ricorrenza attraverso varie iniziative che stiamo programmando con il supporto delle associazioni culturali, combattentistiche, d’arma e partigiane che hanno voluto aderire al nostro invito a partecipare ad uno specifico gruppo di lavoro volto a definire un calendario unitario degli eventi.

Una tappa successiva sarà quella di coinvolgere anche le parrocchie del territorio, ringrazio fin da ora sua eccellenza l’arcivescovo Italo Castellani che ha dimostrato, come sempre, ampia disponibilità al riguardo.

Come dicevo in apertura la memoria collettiva è costituita da varie componenti. Partiamo dalla valorizzazione e dal ricordo di personaggi centrali per la Liberazione e la lotta di Resistenza. Da questo punto di vista abbiamo lo scorso 5 settembre ricordato, in una seduta congiunta dei Consigli comunale e provinciale la figura di Carlo Del Bianco, insegnate del liceo classico che fu promotore di una formazione partigiana alla quale aderirono numerosi tra i suoi studenti. Altre figure, che al pari di Del Bianco sacrificarono la propria vita per la libertà, verranno ricordate in questo anno.

Un’altra componente della memoria collettiva riguarda il ricordo di particolari avvenimenti. L’iniziativa odierna, insieme all’inaugurazione della targa alla stazione avvenuta ieri mattina, intende valorizzare un episodio in parte dimenticato che riguarda il bombardamento aereo subito dal quartiere di San Concordio che danneggiò i fabbricati dalla stazione, i binari, le abitazioni circostanti e gli stabilimenti industriali funzionanti nella zona e considerati obiettivi strategici da parte degli alleati. Un avvenimento di guerra che soprattutto causò la morte e il ferimento di numerose persone.

Un avvenimento luttuoso che di fatto portò la guerra sul nostro territorio e che aprì una stagione, quella del 1944, caratterizzata dall’acuirsi delle persecuzioni e dal manifestarsi di stragi ad opera degli occupanti. Basti pensare alla strage di Pioppetti del luglio o all’eccidio della Certosa di Farneta del settembre.

La memoria collettiva si alimenta anche attraverso i segni che si lasciano sul territorio. L’iniziativa di apporre una targa alla stazione va proprio in questa direzione. E da questo punto di vista è interessante evidenziare l’attenzione che coloro i quali prima di noi ebbero l’onore di amministrare il Comune di Lucca vollero riservare alla memoria collettiva. Potremmo dire rendendola granitica, se si osservano le tracce lasciate per esempio nel principale edificio pubblico, palazzo Santini, da sempre sede del Consiglio comunale e nel quale, prima dell’acquisizione di palazzo Orsetti al patrimonio del Comune, aveva sede anche il gabinetto del sindaco.

Palazzo Santini, se si osservano le lapidi monumentali poste nell’atrio e sulle pareti dell’ingresso, è un po’ come un libro di storia che commemora i principali avvenimenti della Storia patria, dall’Unità alla seconda guerra mondiale. Vi è una imponente lapide nella quale vennero riportati i risultati del plebiscito del 1860 con il quale il popolo scelse l’annessione del Granducato di Toscana al Regno d’Italia. Un’altra, del XX settembre 1878, che le associazioni liberali lucchesi vollero porre, nell’ottavo anniversario, come si legge sulla stessa,

A perpetua ricordanza

Di Roma

Redenta capitale all’Italia

Voto di secoli fede di popolo

Un’altra lapide, sormontata da un bassorilievo bronzeo raffigurante Umberto I, risalente al 1903, fu inaugurata dagli amministratori comunali del tempo nel terzo anniversario del suo assassinio

Per ricordo di amore

Al svo re

Per condanna di popolo

Al parricida

E poi altre due targhe commemorative riguardanti la prima guerra mondiale. Nell’atrio una lapide che riporta per intero il proclama con il quale il generale Diaz, a capo del Comando supremo dell’esercito italiano, dà comunicazione degli esiti della battaglia di Vittorio Veneto e della firma dell’armistizio con l’Austria Ungheria del 4 novembre 1918. Sulle scale che portano ai piani superiori del palazzo una lapide del 1928 con la quale il Comune volle ricordare gli 11 dipendenti dell’ente morti nel corso della Grande Guerra.

Infine, anche per tornare al tema della Liberazione di Lucca, un’iscrizione, posta sempre nell’atrio, risalente al 1954, quando ricorreva il decennale della Liberazione:

Nel civico palazzo

Con le gloriose memorie della patria

Sia il pietoso ricordo

Di quanti durante una guerra invano deprecata

Caddero vittime di un infausto regime

E della associata violenza straniera

E il segno di memore riconoscenza

Per quei cittadini

Che nelle organizzazioni per la libertà

Mantennero pura la coscienza e salda la fede

A prezzo di ogni sacrificio

E della stessa vita

Abbiamo voluto riportare il testo di questa ultima lapide nella prefazione al libro che oggi presentiamo, proprio perché riteniamo che a distanza di 60 anni i concetti che stanno dietro queste parole continuano a trasmettere un messaggio fondamentale, che consente a tutti noi di comprendere il dolore provocato dalla guerra e il valore del gesto compiuto dagli uomini e dalle donne che si contrapposero al regime nazi-fascista.

Nella certezza che tutti i componenti la nostra comunità cittadina – amministratori, cittadini, associazioni, autorità civili, militari e religiose – sapranno contribuire a rendere vive le celebrazioni di questo 2014, ringrazio tutti coloro che sono intervenuti nella mattina di ieri e oggi pomeriggio per partecipare alle iniziative che di fatto danno il via al 70° anniversario della Liberazione, che avrà il suo culmine il 5 settembre prossimo.

Il presidente del Consiglio comunale

Matteo Garzella

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