Viaggio della Memoria 2014: il Comune di Lucca e la Provincia di Lucca, le prime istituzioni italiane a recarsi ufficialmente nel campo di concentramento di Rab

Il Sacrario di Gonars (UD), eretto in ricordo del campo di concentramento fascista qui presente; il campo di concentramento sull’isola di Rab in Croazia; la città di Pola e le storie dei tanti esuli che da lì partirono, anche per raggiungere Lucca; il museo del centro di raccolta dei profughi di Padriciano e la storia dell’esodo istriano, fiumano e dalmata e dell’accoglienza che venne riservata agli esuli in fuga: questi sono i luoghi più emblematici toccati dal “Viaggio della memoria” compiuto dal 14 al 16 marzo scorso da quasi un centinaio di cittadini lucchesi insieme a una delegazione istituzionale di Comune e Provincia di Lucca, enti che hanno promosso l’iniziativa, guidata dal presidente del Consiglio comunale Matteo Garzella e dal presidente della Provincia Stefano Baccelli.

Il primo giorno i due pullman lucchesi hanno raggiunto Gonars (Udine), dove – accolti e guidati dal sindaco del Comune di Gonars e dall’assessore alla cultura – hanno visitato il Sacrario di Gonars, eretto in ricordo del campo di concentramento fascista qui presente che nel 1942 arrivò a contenere oltre 6.000 persone. In questo campo furono successivamente trasferite migliaia di persone provenienti dall’Isola di Rab (soprattutto croati e sloveni), in condizioni di debilitazione estrema.

Successivamente il gruppo ha visitato la città di Pola dove i rappresentanti di Comune e Provincia, insieme agli altri cittadini lucchesi partecipanti al viaggio, sono stati accolti dalle autorità locali nella sala del Consiglio comunale. È stata questa l’occasione per progettare un percorso di conoscenza e di scambio culturale tra le due città, anche coinvolgendo gli studenti delle scuole. I legami tra Pola e Lucca sono già forti perché molti esuli polesani raggiunsero la nostra città dove furono accolti e dove in buona parte dei casi scelsero di rimanere a vivere.

La delegazione lucchese ha raggiunto l’isola di Rab il secondo giorno del viaggio ed è stata la prima rappresentanza ufficiale italiana che abbia fatto visita a questo luogo, simbolo delle efferatezze di cui gli italiani si sono macchiati durante l’ultimo conflitto mondiale. Rab (o Arbe, in italiano) è una delle isole che costellano il lato orientale dell’Adriatico, oggi territorio della Repubblica di Croazia. Il campo di concentramento fu aperto nel luglio del 1942 per deportarvi la popolazione che si ribellava all’invasione italiana della Jugoslavia ed ospitò complessivamente circa 10mila internati tra sloveni, croati e ebrei. In poco più di un anno di funzionamento (il campo fu chiuso l’11 settembre del 1943), a Rab morirono circa 1.500 internati, per lo più stremati dalle condizioni disumane in cui erano costretti a vivere.

Un’altra tappa significativa del viaggio è stata la visita al comprensorio di Padriciano che fu centro di accoglienza per i profughi e adesso è sede di un museo. Il centro, una volta dismesso come base periferica delle forze armate anglo-americane di stanza a Trieste, venne riutilizzato per far fronte all’emergenza profughi, sempre più pressante a partire dagli anni ’50, con dei picchi nel 1954-55. Da lì i profughi istriani partivano per essere smistati nei Centri Raccolta Profughi della penisola.

Il centro, dismesso definitivamente nei primi anni ’70, conserva inalterata la struttura originaria. Si tratta infatti di uno dei pochissimi campi profughi del territorio nazionale che non abbiano subito modifiche o stravolgimenti dopo la cessazione del loro utilizzo.

La visita al museo è stata preceduta dalla visita alla Foiba di Plutone, tra Padriciano e Basovizza (Trieste).

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