Da La Gazzetta di Lucca:

“Ho il mio lavoro , la politica è una passione ed un grande impegno per la mia città” – il candidato sindaco Matteo Garzella ci tiene a sottolineare il suo rapporto con l’impegno amministrativo – la domanda che mi viene fatta spesso è se io con la politica ci campo oppure se ho un lavoro mio, sottintendendo con questo due cose. L’una, che la politica non può essere un’occupazione a tempo pieno, quasi che sia un passatempo da ricchi signorotti oppure un parcheggio per disoccupati in cerca di uno stipendio facile; l’altra che io avrei scelto di candidarmi per mantenere poltrona e incarico una volta che ero stato “fatto fuori” dalla dirigenza del mio ex partito. Delle due cose non ce ne è una sola vera. Per la prima, io ho una mia attività professionale grazie alla quale posso mantenere la mia famiglia, quello che percepivo come indennità da Presidente del Consiglio (circa 1500 euro al mese), andava a recuperare quanto perdevo non occupandomi della mia professione, mentre invece a riguardo della seconda affermazione, che la politica per me sia veramente e principalmente una passione, se ce ne fosse stato bisogno, mi è stato riconosciuto pubblicamente anche dal presidente Pera e dal Professor Angelini con le loro affermazioni nei miei riguardi”. Garzella ci tiene anche a segnare la differenza dagli altri candidati: “Non credo si possa dire la stessa cosa per molti altri che si presentano a queste prossime elezioni comunali, dove ci sono personaggi e non persone che hanno confuso l’impegno civico con il proprio tornaconto e la sistemazione di problemi che, principalmente, riguardano loro o le loro attività. Ci sono persone infatti che promettono un impegno pieno e disinteressato nello sviluppo di attività legate alla vita cittadina, portando come dote e come conferma della loro preparazione, la loro stessa attività professionale in settori speculari o simili a quelli a cui si dovrebbero interessare. Se il conflitto di interessi esiste per Silvio Berlusconi, allora allo stesso modo esiste ad esempio anche per una industria farmaceutica che dovesse intervenire in materia di sanità pubblica oppure per un esercente privato, ristoratore o albergatore che sia, che avesse intenzione di occuparsi direttamente di turismo, cultura ed eventi. A chi risponderebbe un soggetto come quello descritto? Alla collettività e al bene comune oppure penserebbe prima a sistemare il proprio tornaconto e poi, magari di conseguenza e se c’è spazio, anche ai suoi colleghi e quindi indirettamente ad un interesse più ampio di quello personale? È vero che non si può generalizzare ma, nel nostro caso e per le nostre  prossime elezioni, l’esistenza stessa di un’amministrazione svincolata da interessi diretti di parte, che sia a garanzia del bene comune e che eviti la gestione diretta da parte di soggetti in gioco per la propria squadra che poi dettino le regole stesse della partita, è fondamentale e non può assolutamente non essere considerata. Ci sono situazioni veramente spiacevoli commesse in un passato recente che devono insegnare a distinguere tra l’umana simpatia, i legittimi interessi imprenditoriali di ricerca di un massimo guadagno e l’uso improprio, oserei dire clientelare, dei rapporti privilegiati con la pubblica amministrazione che portano ad ottenere cose impensabili e prive di ogni giustificazione, magari alle spalle dei più deboli nella comunità. Su queste cose voglio che si rifletta tutti molto attentamente. Garantisco che sotto la mia Amministrazione non avverranno casi di questo tipo che vedranno gli interessi di singoli e privati, prevaricare anche i minimi diritti della comunità e, in questa, delle sue fasce più deboli. Basta quindi con un metodo di governo che considera chi ha davanti e in base a questa dispensa provvedimenti, deroghe e varianti. Questo modo di intendere ed usare il potere che gli elettori danno è malato e deve finire; stessa cosa vale anche per un metodo di intendere l’imprenditoria e lo sviluppo economico, personale o della città, che si avvalga di scorciatoie, prevaricazioni degli altri e mezzucci vari per poter riuscire. Io garantisco fin d’ora – conclude Garzella – il mio pieno impegno su questi temi, perché per me la politica non è professione ma una passione nella ricerca della costruzione di una società migliore. Per tutti, soprattutto per i più deboli”

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