E_Memoria di un esodoUn gemellaggio tra Lucca e Pola. È quanto proposto da Matteo Garzella, presidente del Consiglio comunale, durante l’incontro, svolto a Palazzo Santini lo scorso 12 febbraio, con la comunità di Istriani a Lucca per la celebrazione della giornata in ricordo dell’eccidio delle Foibe e per la presentazione del libro Memoria di un Esodo. Istriani, Fiumani e Dalmati a Lucca, di Guglielmo Franchi, edito da Maria Pacini Fazzi. Molto sentita, la riunione che ha visto la partecipazione di consiglieri comunali e di una trentina di Istriani Lucchesi, è stata occasione per ricordare moltissimi dettagli e vicende umane di quell’esodo che condusse decine di famiglie dall’Istria e dalla Dalmazia a Lucca, cacciate dalla propria abitazione dai militari di Tito nel cuore della notte con solo gli abiti indosso.

Memoria di un Esodo è un libro scritto da un lucchese per cercare di capire, attraverso una conoscenza diretta fatta di documenti ma anche delle testimonianze di vita vissuta, il dramma degli esuli istriani fiumani e dalmati che dal 1947 giunsero anche nella nostra città. Un libro capace di scavare nei ricordi, nei canti, nei racconti e delineare un pezzo di storia così significativo, anche se per molti anni trascurato, per l’Italia e per la nostra città. Come sottolinea Matteo Garzella nella premessa al volume: «I ricordi di coloro che vissero l’esodo e la ricostruzione di quegli avvenimenti fatta da Guglielmo Franchi aiutano tutti noi a comprendere o meglio a cercare di comprendere una pagina di storia nazionale e cittadina per troppi anni caduta nell’oblio».

Per la vivacità con cui ancora oggi quelle persone animano la propria comunità, che ormai è completamente fusa con quella lucchese, e per dare ulteriore valore al ricordo dell’esodo, il presidente del Consiglio Comunale Garzella ha annunciato di voler avviare, qualora la proposta raccogliesse il necessario consenso di tutta l’amministrazione comunale, le pratiche per istituire un gemellaggio tra Lucca e Pola, la città da cui provenne il primo nucleo di profughi.

Share This