Questo fine settimana verrà accesa la “Targa che illumina la vita”; a darne notizia è il presidente del Consiglio Comunale Matteo Garzella, promotore dell’iniziativa di sensibilizzazione della cittadinanza sul tema della pena di morte. La buona notizia arriva dall’Iran dove una ragazza conosciuta come Somayeh, condannata a morte per aver preso parte insieme alla madre all’omicidio del padre, è stata graziata e rilasciata il 4 novembre 2015 dopo aver trascorso sette anni nel braccio della morte. All’epoca dell’omicidio del padre aveva 12 anni. Il giudice ha applicato l’articolo 91 del nuovo codice penale che lascia discrezionalità nell’applicazione della pena per reati che comportano obbligatoriamente la pena di morte se lo stesso giudice si convince che l’imputato non abbia compreso la natura del crimine o non avesse raggiunto la piena maturità mentale al momento del reato.

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