Mario Andretti diventa cittadino onorario di Lucca

148_Andretti 107_Cittadinanza AndrettiMartedì 9 febbraio alle ore 18,30 nella sala consiliare di Palazzo Santini Mario Andretti, pluridecorato pilota automobilistico ed esule istriano che visse a Lucca dal 1948 al 1955, ha ricevuto la cittadinanza onoraria. Circa duecento persone hanno partecipato alla cerimonia, dimostrando tutto l’affetto della città nei confronti del campione del motorsport.

«è stata una cerimonia particolarmente emozionante e significativa per due ragioni» – ha affermato il presidente del Consiglio comunale Matteo Garzella, promotore dell’iniziativa – «La città ha avuto il piacere di riabbracciare il pilota che ha scritto pagine entusiasmanti della storia del motorsport, vincendo nelle principali categorie automobilistiche, leggendarie gare come Indianapolis, Daytona, Sebring e ben quattro volte il campionato di Formula Indy, oltre ai successi in Formula Uno dove ha vinto 12 gran premi e il titolo piloti nel 1978. Ma soprattutto con la massima onorificenza cittadina si rende omaggio a un uomo che ha vissuto sulla sua pelle, quando ancora era un bambino, la drammatica esperienza dell’esodo istriano, fiumano e dalmata».

La decisione di conferirgli la cittadinanza onoraria è stata assunta dall’intero Consiglio comunale nell’ultima seduta del 2 febbraio, con le seguenti motivazioni: «con i suoi successi in campo sportivo, è divenuto il simbolo del riscatto della comunità degli esuli istriani, fiumani e dalmati accolti a Lucca a partire dal 1947, i cui appartenenti, affrontando innumerevoli difficoltà, seppero costruirsi una nuova vita inserendosi perfettamente nel tessuto cittadino».

«La cittadinanza onoraria ad Andretti» – ha aggiunto il presidente Garzella – «deve essere interpretata simbolicamente come un riconoscimento a tutti i 1.239 esuli che superando sofferenze e privazioni, riuscirono con determinazione a rifarsi una nuova vita nella nostra città. è stato veramente commovente vedere uno dei profughi che vennero accolti a Lucca in quegli anni essere salutato con tutti gli onori dai componenti la massima assemblea cittadina nella sala consiliare di Palazzo Santini». «Sono molto soddisfatto» – ha aggiunto Garzella – «che tanti cittadini hanno voluto partecipare a questa importante seduta consiliare per festeggiare il nostro nuovo concittadino onorario, e che le associazioni Lucchesi nel Mondo, il Panthlon e quella degli ex studenti dell’istituto, confermando la loro partecipazione, al termine della cerimonia hanno consegnato ad Andretti propri riconoscimenti».

“23 giugno 1944: visita a Terezin”:

122_Visita a TerezinIl 29 gennaio presso l’Auditorium dell’Istituto musicale “Boccherini” è andato in scena lo spettacolo teatrale realizzato dalla “Cattiva Compagnia”, «23 giugno 1944: visita a Terezin». Lo spettacolo era aperto alla partecipazione degli studenti delle scuole lucchesi.

«La rappresentazione teatrale» – ha spiegato il presidente del Consiglio comunale Matteo Garzella, tra i promotori dell’iniziativa – «vuole far riflettere sul tema della Shoa attraverso la rivisitazione di un fatto realmente accaduto nel campo di concentramento di Terezin, a circa 60 chilometri da Praga. Era il 23 giugno 1944 quando alcuni ispettori della Croce Rossa Internazionale riuscirono a ottenere il permesso di visitare il campo al fine di verificare le condizioni degli internati. Quello che i nazisti attuarono e che i delegati, di conseguenza, videro, fu una vera e propria “farsa” a uso e consumo della propaganda, finalizzata, per ordine di Himmler, a nascondere all’opinione pubblica internazionale quello che stava realmente accadendo ai danni della popolazione ebraica nei territori occupati dalla Germania nazista».

Si inaugura la mostra “Disegna ciò che vedi”

121_Disegna ciò che vediIl 16 gennaio 2016 è stata inaugurata a Palazzo Ducale la mostra “Disegna ciò che vedi. Helga Weissova, da Terezin i disegni di una bambina”. Il presidente del Consiglio comunale Matteo Garzella, fra i promotori della mostra, ha coordinato i lavori del convegno nel quale sono state illustrate le finalità dell’iniziativa che si inserisce nel programma degli eventi della Giornata della Memoria.

«Le iniziative in programma per la Giornata della Memoria 2016» – ha spiegato il presidente Matteo Garzella – «hanno come filo conduttore lo sguardo di bambini che subirono il dramma della Shoa. I disegni di Helga Weissová ci aiutano a comprendere quelle che erano le condizioni di vita nei campi di concentramento. Almeno in parte, perché l’orrore della persecuzione nazista del popolo ebraico non può essere del tutto compresa da parte di chi, come noi, la studiamo senza averla vissuta».

«Disegna ciò che vedi, furono le parole di mio padre dopo che gli avevo portato di nascosto, all’interno del campo maschile, il disegno di un pupazzo di neve. Era il dicembre 1941, poco dopo il nostro arrivo a Terezin. Il pupazzo di neve sarebbe rimasto il mio ultimo disegno veramente infantile. Spinta dalle parole di mio padre mi sentii chiamata, da quel momento in poi, a rappresentare nei miei disegni la vita quotidiana del ghetto». Queste sono le parole di Helga Weissová, affermata pittrice che vive attualmente a Praga ma che prima ha dovuto affrontare la prigionia, la deportazione, viste con gli occhi di una bimba e che è riuscita a disegnare con gli occhi dell’artista. I suoi disegni infatti oltre ad essere più eloquenti di mille parole sono fatti con grande maestria e mostrano il suo talento grafico e possono essere considerate vere opere d’arte.

“Sandro Pertini, l’uomo dello sdegno e della speranza”

157_Locandina-pertiniSandro Pertini a 25 anni dalla scomparsa

Il presidente del consiglio Matteo Garzella, nella sala consiliare di Palazzo Santini, ha coordinato i lavori della tavola rotonda incentrata sulla figura di Sandro Pertini di cui ricorrono i 25 anni dalla scomparsa. Tra gli intervenuti, l’onorevole Valdo Spini presidente Fondazione Circolo Fratelli Rosselli.

Nell’intervento introduttivo Garzella ha ricordato le principali tappe della vita politica di Pertini, dall’opposizione al regime nel Ventennio che gli costa 7 anni di carcere e il confino a Ponza, Ventotene e Pianosa, al rifiuto della grazia chiesta dalla madre in quanto intendeva mantenere sempre la propria dignità anche di fronte alle varie avversità, alla Resistenza quando, per la sua attività viene incarcerato a Regina Coeli insieme a Saragat, agli anni da presidente della Camera e da presidente della Repubblica. «Sandro Pertini, in anni molto difficili per la tenuta democratica del paese, ha saputo ridare fiducia alle istituzioni» – ha affermato il presidente Garzella – «Nella mia attività da presidente del Consiglio comunale mi sono ispirato al suo modo di agire. L’imparzialità del ruolo che ricopro è la stessa che deve contraddistinguere la figura del capo dello stato. Sandro Pertini, uomo che ha sempre difeso con determinazione i principi politici nei quali credeva, è stato il presidente di tutti. Una volta divenuto capo dello stato nel 1978, nel suo intervento di insediamento a Camere riunite disse: “Da oggi cesso di essere un uomo di parte”. Questa frase mi ha sempre colpito, e ha sempre spirato il mio operato».